Pinocchieide - (17/05/17)


CANALE:
Teatro Tordinona 6 maggio 2017
PINOCCHIEIDE
di Andrea Carvelli
regia Matteo Cusato
con Anton de Guglielmo

"Pinocchieide" è un adattamento in endecasillabi a rima baciata del celebre libro di Collodi. Scritto da Andrea Carvelli e diretto da Matteo Cusato, affronta la storia così come volle concluderla
l'autore in prima scrittura, dove il percorso di Pinocchio - interpretato da Anton de Guglielmo - personaggio insieme umano, animale, vegetale e ultraterreno, mosso da un «occulto, multiforme,
futuro», altro non è se non l’attraversamento dell’Erebo, del Regno dei Morti, che ha il suo centro nel cuore nero del libro.

Il "Pinocchio" di Collodi è un libro «altamente indiziario, [...] un libro di tracce, orme, indovinelli, burle, fughe, che ad ogni parola colloca un capolinea». Un termine, dunque. Una fine.
La trasformazione del burattino in bambino, con il conseguente sdoppiamento del personaggio in due personaggi, è vista allora sotto l’ottica di un vero e proprio incubo - la storia -, dal quale Pinocchio non potrà più svegliarsi. Il suo processo di formazione è una via nella notte, la strada dentro il sonno eterno degli esseri.

Pinocchieide guarda proprio a questo senso profondo dell'opera, una variante al mito di fondazione della morte, dove il corpo - bambino - ha l’inevitabile destino della fine e l’anima - burattino - tutto il tempo dell’immortalità.
Teatro Tordinona 6 maggio 2017
PINOCCHIEIDE
di Andrea Carvelli
regia Matteo Cusato
con Anton de Guglielmo

"Pinocchieide" è un adattamento in endecasillabi a rima baciata del celebre libro di Collodi. Scritto da Andrea Carvelli e diretto da Matteo Cusato, affronta la storia così come volle concluderla
l'autore in prima scrittura, dove il percorso di Pinocchio - interpretato da Anton de Guglielmo - personaggio insieme umano, animale, vegetale e ultraterreno, mosso da un «occulto, multiforme,
futuro», altro non è se non l’attraversamento dell’Erebo, del Regno dei Morti, che ha il suo centro nel cuore nero del libro.

Il "Pinocchio" di Collodi è un libro «altamente indiziario, [...] un libro di tracce, orme, indovinelli, burle, fughe, che ad ogni parola colloca un capolinea». Un termine, dunque. Una fine.
La trasformazione del burattino in bambino, con il conseguente sdoppiamento del personaggio in due personaggi, è vista allora sotto l’ottica di un vero e proprio incubo - la storia -, dal quale Pinocchio non potrà più svegliarsi. Il suo processo di formazione è una via nella notte, la strada dentro il sonno eterno degli esseri.

Pinocchieide guarda proprio a questo senso profondo dell'opera, una variante al mito di fondazione della morte, dove il corpo - bambino - ha l’inevitabile destino della fine e l’anima - burattino - tutto il tempo dell’immortalità.
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