Hyperion - (22/12/15)


CANALE:
Teatro Vascello 1 dicembre 2015
Hyperion
di Bruno Maderna ideazione e spazio scenico Muta Imago regia Claudia Sorace drammaturgia musicale Riccardo Fazi performer Jonathan Schatz musica di Bruno Maderna arrangiamenti musicali e live electronics Juan Parra Cancino flauto Karin de Fleyt soprano Valérie Vervoort aiuto regia Chiara Caimmi direzione tecnica e video Maria Elena Fusacchia consulenza al progetto Alessandro Taverna consulenza etica ed estetica Daniel Blanga Gubbay supporto alle ricerche Brent Wetters luci Roberto Cafaggini
costumi Jonne Sikkema organizzazione Agnese Nepa comunicazione Manuela Macaluso foto di scena Luigi Angelucci – Filip Van Roe produzione Muta Imago, Sagra Musicale Malatestiana, Romaeuropa Festival in collaborazione con Kunstencentrum Vooruit – Gent, Muziektheater Transparant – Antwerp, Orpheus Instituut – Gent, Hermes Ensemble – Antwerp, Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza, AMAT Marche, L’Arboreto Teatro Dimora di Mondaino, Rialto Sant’Ambrogio, Carrozzerie N.O.T.- Rome
Uno dei più potenti ed enigmatici pezzi del teatro musicale italiano del secondo Novecento, “Hyperion” di Bruno Maderna torna sulle scene grazie all’allestimento della compagnia di teatro contemporaneo Muta Imago, che si confronta con un capolavoro musicale. Compositore, direttore d’orchestra, sperimentatore inesausto, Maderna spesso ripeteva: «Il celebre “io non cerco trovo” di Picasso è incompleto se non si attribuisca a quel “trovo” il significato di “creo”». Ed è proprio nell’idea di creazione continua che nasce e si sviluppa il suo “Hyperion”, basato sul romanzo epistolare di Friedrich Hölderlin “Iperione o L’eremita in Grecia”. Quella di Maderna è un’opera aperta, basata in origine su otto scene che, tuttavia, gli interpreti sono tenuti a smontare e rimontare, creando ogni volta un nuovo “Hyperion”. Dopo la prima alla Biennale di Venezia, il compositore continuò a lavorarci presentando altri due allestimenti scenici nel 1968, nonché quattro versioni da concerto e due suite: tra aggiunte e tagli, ogni versione differisce dall’altra in maniera radicale. Perché è qui la magia di questa lirica in forma di spettacolo: allora quale “Hyperion” portare in scena? Muta Imago parte proprio dall’idea di apertura per azzardare il suo “Hyperion” di Maderna, come prima di loro hanno fatto altri interpreti: ricordiamo il caso della celeberrima versione di Klaus Michael Grüber, vista nell’edizione del 1992 di Romaeuropa. «Qual è il posto dell’uomo nel mondo? Questa è la domanda principale posta da questo lavoro», spiegano la regista Claudia Sorace e il drammaturgo Riccardo Fazi di Muta Imago, sensibili alla dimensione esistenziale di “Hyperion”, ai richiami della natura che si contrappone alla disumanizzazione e alla solitudine del protagonista. Nuova sarà anche la veste musicale, dove oltre al flauto, alla voce di soprano e all’elettronica dal vivo, per la parte dell’orchestra ci saranno delle registrazioni dirette dallo stesso Maderna in varie occasioni, a ricordarci come il compositore continuasse a lavorare sulla sua musica con spirito creativo.
Teatro Vascello 1 dicembre 2015
Hyperion
di Bruno Maderna ideazione e spazio scenico Muta Imago regia Claudia Sorace drammaturgia musicale Riccardo Fazi performer Jonathan Schatz musica di Bruno Maderna arrangiamenti musicali e live electronics Juan Parra Cancino flauto Karin de Fleyt soprano Valérie Vervoort aiuto regia Chiara Caimmi direzione tecnica e video Maria Elena Fusacchia consulenza al progetto Alessandro Taverna consulenza etica ed estetica Daniel Blanga Gubbay supporto alle ricerche Brent Wetters luci Roberto Cafaggini
costumi Jonne Sikkema organizzazione Agnese Nepa comunicazione Manuela Macaluso foto di scena Luigi Angelucci – Filip Van Roe produzione Muta Imago, Sagra Musicale Malatestiana, Romaeuropa Festival in collaborazione con Kunstencentrum Vooruit – Gent, Muziektheater Transparant – Antwerp, Orpheus Instituut – Gent, Hermes Ensemble – Antwerp, Santarcangelo Festival Internazionale del Teatro in Piazza, AMAT Marche, L’Arboreto Teatro Dimora di Mondaino, Rialto Sant’Ambrogio, Carrozzerie N.O.T.- Rome
Uno dei più potenti ed enigmatici pezzi del teatro musicale italiano del secondo Novecento, “Hyperion” di Bruno Maderna torna sulle scene grazie all’allestimento della compagnia di teatro contemporaneo Muta Imago, che si confronta con un capolavoro musicale. Compositore, direttore d’orchestra, sperimentatore inesausto, Maderna spesso ripeteva: «Il celebre “io non cerco trovo” di Picasso è incompleto se non si attribuisca a quel “trovo” il significato di “creo”». Ed è proprio nell’idea di creazione continua che nasce e si sviluppa il suo “Hyperion”, basato sul romanzo epistolare di Friedrich Hölderlin “Iperione o L’eremita in Grecia”. Quella di Maderna è un’opera aperta, basata in origine su otto scene che, tuttavia, gli interpreti sono tenuti a smontare e rimontare, creando ogni volta un nuovo “Hyperion”. Dopo la prima alla Biennale di Venezia, il compositore continuò a lavorarci presentando altri due allestimenti scenici nel 1968, nonché quattro versioni da concerto e due suite: tra aggiunte e tagli, ogni versione differisce dall’altra in maniera radicale. Perché è qui la magia di questa lirica in forma di spettacolo: allora quale “Hyperion” portare in scena? Muta Imago parte proprio dall’idea di apertura per azzardare il suo “Hyperion” di Maderna, come prima di loro hanno fatto altri interpreti: ricordiamo il caso della celeberrima versione di Klaus Michael Grüber, vista nell’edizione del 1992 di Romaeuropa. «Qual è il posto dell’uomo nel mondo? Questa è la domanda principale posta da questo lavoro», spiegano la regista Claudia Sorace e il drammaturgo Riccardo Fazi di Muta Imago, sensibili alla dimensione esistenziale di “Hyperion”, ai richiami della natura che si contrappone alla disumanizzazione e alla solitudine del protagonista. Nuova sarà anche la veste musicale, dove oltre al flauto, alla voce di soprano e all’elettronica dal vivo, per la parte dell’orchestra ci saranno delle registrazioni dirette dallo stesso Maderna in varie occasioni, a ricordarci come il compositore continuasse a lavorare sulla sua musica con spirito creativo.
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