Rumore austero - (22/05/13)


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Forte Fanfulla, giardino21 Aprile 2013 “RUMORE AUSTERO” con: ALESSANDRO CARBUCCI (battiti/elettronica), MARCO CARCASI (legno/metalli/ cocci), GIORDANO GIORGI (corde/effetti).Performance Sonora Modulare. Tre segmenti impro/elettroacustici per tre musicisti. Esplorazioni audio, proposte tramite un gioco combinatorio di montaggio/ smontaggio, spesso al limite del performativo. Un benvenuto per il pubblico, che i musicisti offriranno, ponendosi nello spazio all’aria aperta del locale. Il trio Carcasi/Giorgi/Calbucci è una scatola sonora che pratica improvvisazioni strutturate. La tensione fisica nell’attimo-esposizione diviene performance. Un approccio stratiforme che comprende rigide linee guida ed eventi non preannunciati. Campo aperto ad incidenti illuminanti. Inclini ad un santo silenzio. Quando nulla si ha da dir, si tace. Imparare è dimenticare. Si parte da un sapore per definire un colore. Pietra contro pietra, spesso solo un respiro. Il suono di una crepa che si allarga. Legni, cocci e metalli, con qualche circuito stampato nel mezzo ed un’accozzaglia di microfoni ad amplificar il vuoto. Il desiderio ci attrae perché risiede nel mezzo di un percorso. I radar di frontiera sono a caccia di flebili segnali d’amplificare e diffondere. Esperienza come formazione. Complici, nella produzione di segnali elettroacustici eterodossi, tecnologie a basso consumo e strumenti musicali canonici. Molti amplificatori.


Forte Fanfulla, giardino21 Aprile 2013 “RUMORE AUSTERO” con: ALESSANDRO CARBUCCI (battiti/elettronica), MARCO CARCASI (legno/metalli/ cocci), GIORDANO GIORGI (corde/effetti).Performance Sonora Modulare. Tre segmenti impro/elettroacustici per tre musicisti. Esplorazioni audio, proposte tramite un gioco combinatorio di montaggio/ smontaggio, spesso al limite del performativo. Un benvenuto per il pubblico, che i musicisti offriranno, ponendosi nello spazio all’aria aperta del locale. Il trio Carcasi/Giorgi/Calbucci è una scatola sonora che pratica improvvisazioni strutturate. La tensione fisica nell’attimo-esposizione diviene performance. Un approccio stratiforme che comprende rigide linee guida ed eventi non preannunciati. Campo aperto ad incidenti illuminanti. Inclini ad un santo silenzio. Quando nulla si ha da dir, si tace. Imparare è dimenticare. Si parte da un sapore per definire un colore. Pietra contro pietra, spesso solo un respiro. Il suono di una crepa che si allarga. Legni, cocci e metalli, con qualche circuito stampato nel mezzo ed un’accozzaglia di microfoni ad amplificar il vuoto. Il desiderio ci attrae perché risiede nel mezzo di un percorso. I radar di frontiera sono a caccia di flebili segnali d’amplificare e diffondere. Esperienza come formazione. Complici, nella produzione di segnali elettroacustici eterodossi, tecnologie a basso consumo e strumenti musicali canonici. Molti amplificatori.
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