M.E.D.E.A. Big Oil - (20/09/13)


CANALE:


Incontro con la Compagnia



Teatro Remondini Bassano del Grappa 29.08.2013
“M.E.D.E.A. BIG OIL”
scritto e diretto da Terry Paternoster con gli attori del Collettivo InternoEnki – 1° Coro: Maria Vittoria Argenti, Teresa Campus, Ramona Fiorini, Chiara Lombardo, Terry Paternoster, Mauro F. C ardinali, Gianni D’Addario, Donato Paternoster, Alessandro Vichi. sostituti – 2° Coro: Elena Cucci, Valentina Izumi Cocco, Monica Mariotti, Anna Ferraioli Ravel, Michela Ronci, Salvatore Langella, Angelo Lorusso, Ezio Spezzacatena, Pierfrancesco Rampino, Matteo Vignati. M.E.D.E.A.Big oil è una rielaborazione del mito di Medea che segue una linea di trasposizione dichiaratamente anticanonica, che colloca la vicenda nella Basilicata odierna, sventrata dalle trivellazioni. Anche qui il nodo tragico s’innerva in un innamoramento senza corresponsione d’amore: l’eroina è una donna lucana disattesa nelle promesse e tradita dallo straniero, il Big Oil-Giasone, ruolo simbolico affidato a una compagnia petrolifera. Lo straniero è l’amante infedele che non mantiene la promessa d’amore, di crescita e di progresso a un paese che regala ricchezza in cambio di povertà. In questo senso, anche Medea è “simbolo”: è l’amante tradita ma anche metafora di una chiusura mentale che la fa vittima e carnefice insieme. A riverberare la sua stoltezza, il mormorio animalesco di un popolo-branco (il Coro) che è evocazione di un’umanità divisa pedissequamente fra miseri e potenti, incapaci di elaborare, al contempo, una coscienza di classe e una classe di coscienza. Il tragico che vogliamo raccontare è quello del Sud dei nuovi sottoproletari, secondo un filtro politico e una lettura cari alla poetica dell’autrice: il contrasto della cultura barbara e primitiva con la cultura moderna e neocapitalistica. Parliamo di “realtà del tragico” annichilenti, così come esemplifica la situazione della Val d’Agri: l’incidenza tumorale, qui, supera largamente la media nazionale. La documentazione concernente la crisi geo-politica lucana è stata raccolta in un archivio di testimonianze che i cittadini hanno messo a disposizione del progetto, a raccontare una realtà in cui oggi M.E.D.E.A. è il nome di un Master organizzato e gestito dalla Scuola Enrico Mattei e fortemente voluto da Eni. Fatalità.


Incontro con la Compagnia



Teatro Remondini Bassano del Grappa 29.08.2013
“M.E.D.E.A. BIG OIL”
scritto e diretto da Terry Paternoster con gli attori del Collettivo InternoEnki – 1° Coro: Maria Vittoria Argenti, Teresa Campus, Ramona Fiorini, Chiara Lombardo, Terry Paternoster, Mauro F. C ardinali, Gianni D’Addario, Donato Paternoster, Alessandro Vichi. sostituti – 2° Coro: Elena Cucci, Valentina Izumi Cocco, Monica Mariotti, Anna Ferraioli Ravel, Michela Ronci, Salvatore Langella, Angelo Lorusso, Ezio Spezzacatena, Pierfrancesco Rampino, Matteo Vignati. M.E.D.E.A.Big oil è una rielaborazione del mito di Medea che segue una linea di trasposizione dichiaratamente anticanonica, che colloca la vicenda nella Basilicata odierna, sventrata dalle trivellazioni. Anche qui il nodo tragico s’innerva in un innamoramento senza corresponsione d’amore: l’eroina è una donna lucana disattesa nelle promesse e tradita dallo straniero, il Big Oil-Giasone, ruolo simbolico affidato a una compagnia petrolifera. Lo straniero è l’amante infedele che non mantiene la promessa d’amore, di crescita e di progresso a un paese che regala ricchezza in cambio di povertà. In questo senso, anche Medea è “simbolo”: è l’amante tradita ma anche metafora di una chiusura mentale che la fa vittima e carnefice insieme. A riverberare la sua stoltezza, il mormorio animalesco di un popolo-branco (il Coro) che è evocazione di un’umanità divisa pedissequamente fra miseri e potenti, incapaci di elaborare, al contempo, una coscienza di classe e una classe di coscienza. Il tragico che vogliamo raccontare è quello del Sud dei nuovi sottoproletari, secondo un filtro politico e una lettura cari alla poetica dell’autrice: il contrasto della cultura barbara e primitiva con la cultura moderna e neocapitalistica. Parliamo di “realtà del tragico” annichilenti, così come esemplifica la situazione della Val d’Agri: l’incidenza tumorale, qui, supera largamente la media nazionale. La documentazione concernente la crisi geo-politica lucana è stata raccolta in un archivio di testimonianze che i cittadini hanno messo a disposizione del progetto, a raccontare una realtà in cui oggi M.E.D.E.A. è il nome di un Master organizzato e gestito dalla Scuola Enrico Mattei e fortemente voluto da Eni. Fatalità.
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