Save the world - (16/03/14)


CANALE:
Teatro Argot Studio 2 marzo 2014 «Save the world» di Leonardo Diana / Versiliadanza, finalista del bando Nextwork 2013 al Teatro Orologio. «Save the world» è una formula-emblema dei nostri giorni, che dal campo dell’ecologia è passata a quello della lotta contro le multinazionali, contro la mafia, contro gli abusi di ogni genere, ed è divenuta persino titolo di numerose canzoni... Una formula a volte abusata che lo spettacolo Save the world vuole riportare al suo originario significato di rispetto del mondo di cui siamo parte, e senza il quale non potremo essere. Lo fa con ironia, con quella paradossale comicità da cui scaturisce il riso e, per contrasto, l’interrogativo amaro su quale sia il confine di azione e inter-azione tra l’uomo e la Natura, o se quel limite non sia già stato superato. Siamo alla fine del XXI sec., devastazione e desolazione regnano ovunque, le forme di vita sono scomparse. Ma ecco apparire un uomo, uno dei pochi superstiti, colui che ha distrutto tutto ma ora tutto ricostruirà. È il nuovo supereroe che tutto può e che deve non chiedere mai. Eppure questo supereroe muscoloso si muove impacciato, sembra quasi la controfigura di se stesso, cerca ma non trova, quindi cade, si riprende, e lotta: lotta furiosamente interagendo con un mondo tutto virtuale, da cui dovrebbe rinascere la Natura, ma che rimane solo uno sfondo disegnato, un buco nel cielo di carta da cui non trapassa il sole.
Teatro Argot Studio 2 marzo 2014 «Save the world» di Leonardo Diana / Versiliadanza, finalista del bando Nextwork 2013 al Teatro Orologio. «Save the world» è una formula-emblema dei nostri giorni, che dal campo dell’ecologia è passata a quello della lotta contro le multinazionali, contro la mafia, contro gli abusi di ogni genere, ed è divenuta persino titolo di numerose canzoni... Una formula a volte abusata che lo spettacolo Save the world vuole riportare al suo originario significato di rispetto del mondo di cui siamo parte, e senza il quale non potremo essere. Lo fa con ironia, con quella paradossale comicità da cui scaturisce il riso e, per contrasto, l’interrogativo amaro su quale sia il confine di azione e inter-azione tra l’uomo e la Natura, o se quel limite non sia già stato superato. Siamo alla fine del XXI sec., devastazione e desolazione regnano ovunque, le forme di vita sono scomparse. Ma ecco apparire un uomo, uno dei pochi superstiti, colui che ha distrutto tutto ma ora tutto ricostruirà. È il nuovo supereroe che tutto può e che deve non chiedere mai. Eppure questo supereroe muscoloso si muove impacciato, sembra quasi la controfigura di se stesso, cerca ma non trova, quindi cade, si riprende, e lotta: lotta furiosamente interagendo con un mondo tutto virtuale, da cui dovrebbe rinascere la Natura, ma che rimane solo uno sfondo disegnato, un buco nel cielo di carta da cui non trapassa il sole.
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