Ginkgo - (06/06/14)


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GINKGO, un progetto di Resilienza Artistica

All’interno della programmazione di Q44 - 70° Commemorazione del Rastrellamento del Quadraro (1944-2014) il progetto Ginkgo ha disseminato in spazi sia pubblici che privati del quartiere i lavori di quattordici artisti: Paolo Assenza, Arianna Bonamore, Paolo Dore, Luca Grechi, Marta Mancini, Anahi Angela Mariotti, Tommaso Medugno, Franco Ottavianelli, Gino Piacentini, Julie Poulain, Nicola Rotiroti, Germano Serafini, Simone Tso, Daniele Villa. Un gruppo nato da incontri, amicizie e conoscenze sedimentate: la maggior parte di loro vive o ha radicato il proprio studio d’artista tra il Quadraro e Torpignattara, creando atelier condivisi come Off1c1na e Studio 54. I Ginkgo Biloba (o Ginkgo) sono alberi molto rari da incontrare in Italia quanto straordinari per le loro caratteristiche: riconosciuti come fossili viventi, unici sopravvissuti della famiglia dei Ginkgoinae, risalgono a oltre 250 milioni di anni fa, prima della comparsa dell’Uomo sulla Terra. Pressoché sconosciuti in Europa fino al XVIII secolo, in Cina e Giappone sono considerati invece da secoli alberi sacri simbolo di forza e longevità, capaci di sopravvivere nel 1945 allo scoppio della bomba atomica di Hiroshima, rigermogliando poco tempo dopo. All’interno del Quadraro ne sorgono numerosi esemplari lungo un intero viale, via dei Lentuli, che resistono al tempo e all’incuria. Partire dal Ginkgo Biloba significa cercare di confrontarsi in maniera poetica e stratificata – ma non per questo meno concreta – con il tema della Resistenza, colonna portante di Q44: una rassegna simbolo di un quartiere che da anni mantiene viva non soltanto la sua memoria, ma anche la propria ricettività culturale. La capacità del Ginkgo Biloba di sopportare eventi traumatici esterni, riadattandosi al contesto in tempi rapidi (e migliorando la propria condizione), ha portato la definizione del progetto Ginkgo verso il concetto di ‘resilienza’. Un termine denso e stratificato (con declinazioni che vanno dalla psicologia alla fisica, spaziando per l’ecologia e l’informatica) che, forse più di resistenza, riesce a racchiudere una riflessione che parte dalla memoria storica per approdare alle necessità dell’oggi, all’emergenza del quotidiano, con particolare attenzione al rapporto tra Arte e contesto urbano. Quella che potrebbe definirsi ‘attitudine resiliente’ concentra le proprie energie sul fare e sulle potenzialità delle possibili soluzioni pratiche, sul qui e ora, sulla collaborazione creativa di tutti i soggetti all’interno di una data comunità.* I lavori dei quattordici artisti coinvolti in Ginkgo – interventi estemporanei o semipermanenti che abbracciano varie definizioni: site-specific, partecipativi, community-oriented – si allacciano alla memoria storica del quartiere, alla Resistenza e in particolare intorno ai drammatici fatti del 17 aprile 1944, quando quasi mille uomini tra i 16 e i 55 anni furono catturati da alcune truppe militari tedesche e deportati nei campi di concentramento. La loro resilienza sta nella capacità di adattarsi in maniera attiva, creativa, sostenibile e concreta al territorio; ma soprattutto risiede nel loro essere frutto di un incontro, del confronto e della collaborazione con tutte le parti coinvolte, in primis con le realtà associative e gli abitanti del quartiere.
GINKGO, un progetto di Resilienza Artistica

All’interno della programmazione di Q44 - 70° Commemorazione del Rastrellamento del Quadraro (1944-2014) il progetto Ginkgo ha disseminato in spazi sia pubblici che privati del quartiere i lavori di quattordici artisti: Paolo Assenza, Arianna Bonamore, Paolo Dore, Luca Grechi, Marta Mancini, Anahi Angela Mariotti, Tommaso Medugno, Franco Ottavianelli, Gino Piacentini, Julie Poulain, Nicola Rotiroti, Germano Serafini, Simone Tso, Daniele Villa. Un gruppo nato da incontri, amicizie e conoscenze sedimentate: la maggior parte di loro vive o ha radicato il proprio studio d’artista tra il Quadraro e Torpignattara, creando atelier condivisi come Off1c1na e Studio 54. I Ginkgo Biloba (o Ginkgo) sono alberi molto rari da incontrare in Italia quanto straordinari per le loro caratteristiche: riconosciuti come fossili viventi, unici sopravvissuti della famiglia dei Ginkgoinae, risalgono a oltre 250 milioni di anni fa, prima della comparsa dell’Uomo sulla Terra. Pressoché sconosciuti in Europa fino al XVIII secolo, in Cina e Giappone sono considerati invece da secoli alberi sacri simbolo di forza e longevità, capaci di sopravvivere nel 1945 allo scoppio della bomba atomica di Hiroshima, rigermogliando poco tempo dopo. All’interno del Quadraro ne sorgono numerosi esemplari lungo un intero viale, via dei Lentuli, che resistono al tempo e all’incuria. Partire dal Ginkgo Biloba significa cercare di confrontarsi in maniera poetica e stratificata – ma non per questo meno concreta – con il tema della Resistenza, colonna portante di Q44: una rassegna simbolo di un quartiere che da anni mantiene viva non soltanto la sua memoria, ma anche la propria ricettività culturale. La capacità del Ginkgo Biloba di sopportare eventi traumatici esterni, riadattandosi al contesto in tempi rapidi (e migliorando la propria condizione), ha portato la definizione del progetto Ginkgo verso il concetto di ‘resilienza’. Un termine denso e stratificato (con declinazioni che vanno dalla psicologia alla fisica, spaziando per l’ecologia e l’informatica) che, forse più di resistenza, riesce a racchiudere una riflessione che parte dalla memoria storica per approdare alle necessità dell’oggi, all’emergenza del quotidiano, con particolare attenzione al rapporto tra Arte e contesto urbano. Quella che potrebbe definirsi ‘attitudine resiliente’ concentra le proprie energie sul fare e sulle potenzialità delle possibili soluzioni pratiche, sul qui e ora, sulla collaborazione creativa di tutti i soggetti all’interno di una data comunità.* I lavori dei quattordici artisti coinvolti in Ginkgo – interventi estemporanei o semipermanenti che abbracciano varie definizioni: site-specific, partecipativi, community-oriented – si allacciano alla memoria storica del quartiere, alla Resistenza e in particolare intorno ai drammatici fatti del 17 aprile 1944, quando quasi mille uomini tra i 16 e i 55 anni furono catturati da alcune truppe militari tedesche e deportati nei campi di concentramento. La loro resilienza sta nella capacità di adattarsi in maniera attiva, creativa, sostenibile e concreta al territorio; ma soprattutto risiede nel loro essere frutto di un incontro, del confronto e della collaborazione con tutte le parti coinvolte, in primis con le realtà associative e gli abitanti del quartiere.
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