Duo d'autore - (05/09/14)


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‘La coreografia è quello che ci rappresenta, è il nostro linguaggio per poterci esprimere; non importa in quale direzione vada o che contaminazioni prenda, l’unico scopo che ha, è di raccontare qualcosa a delle persone, di fargli svuotare la mente in quel frangente di tempo in cui si materializza, lasciando alla fine una scia di sensazioni che ti rimangono dentro’. “Duo D’Autore” parte da questo punto, presentando “Unico Atto” ed “Equilibrio Instabile”, due pièce in cui la prima usa un linguaggio più contaminato, partendo dalla danza sino ad arrivare alla recitazione, nella seconda la danza né fa sempre da padrona, ma la carica di espressività che viene usata è fondamentale per delineare ciò che si vuole raccontare. “UNICO ATTO” Pensare, agire, creare, sperimentare, osare, porsi di fronte ai propri limiti, alle proprie debolezze o farci scudo delle nostre certezze che in qualsiasi momento possono cadere. Il lavoro di chi usa lo studio nel movimento del corpo come proprio modo di raccontare una storia, è quello di doverlo far combaciare con la mente, facendoli viaggiare sulla stessa linea, cercando di esprimere a pieno le emozioni che si vogliono far arrivare al pubblico. La particolarità di questa tipologia di ricerca è il non avere limiti, sia mentali che fisici; la fortuna di poter usufruire di ogni parte del nostro corpo creando movimenti che possono intrecciarsi con altri o di altri, impiegando anche la dimensionalità che ci avvolge; ci può far capire di quanti contesti si formano davanti ai nostri occhi, complessi di elementi della realtà in cui si trovano una o più persone che fanno nascere dal nulla una rappresentazione che ha il compito di colpire, meraviglare l'osservatore. Ed eccoci qui, in una stanza con uno specchio che ci riflette con tutti i nostri pregi ed i nostri difetti, che ci aiuta a perfezionare o a distruggere le nostre fantasie, le nostre idee, ma che ci propone sempre la parte superficiale di noi; e qui entra in gioco la nostra parte emozionale derivante dal nostro cuore, dalla nosra anima, dalla nostra voglia di esprimere un "qualcosa" che possa diventera "qualcosa d'importante", racchiuso in un UNICO ATTO. “EQUILIBRIO INSTABILE” Rumori, voci, mille parole, è quello che un giorno ho iniziato a sentire e così camminando lungo la mia “strada” ho iniziato a percepire facce, immagini e di conseguenza ne sono seguiti incontri casuali....o forse no. Ho iniziato ad avvicinarmi a una persona piuttosto che ad un'altra , per caso o forse per necessità; quella necessità inconscia di raggiungere il mio EQUILIBRIO e così mi sono reso conto che ogni persona che entrava ed usciva dal mio cammino portava con sé il suo passato, la sua storia che andava ad intersecarsi con la mia ed era capace di rassicurarmi, sconvolgermi ed alcune volte di rendermi INSTABILE. Adesso tutto mi sfreccia accanto, mi passa attraverso, mi scuote la vita ; sogni, desideri, realtà passioni e sentimenti. Tutto quello che c’è stato, c’è ancora, ma in un modo diverso, tutto stava assumendo colori diversi, forme nuove. Tutto sembra, o forse, è diverso. Ho trovato il mio equilibrio utopico, la mia instabile realtà o forse solamente un rassicurante disequilibrio. L’idea prende spunto dalla vita reale, dagli incontri che si possono creare tra le persone nel quotidiano, dalle interazioni che nascono tra di esse e dagli equilibri e disequilibri che inevitabilmente si creano. Come la vita, anche la coreografia ti propone varie strade da percorrere ed è da questo concetto che i coreografi hanno sviluppato la loro regia.
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‘La coreografia è quello che ci rappresenta, è il nostro linguaggio per poterci esprimere; non importa in quale direzione vada o che contaminazioni prenda, l’unico scopo che ha, è di raccontare qualcosa a delle persone, di fargli svuotare la mente in quel frangente di tempo in cui si materializza, lasciando alla fine una scia di sensazioni che ti rimangono dentro’. “Duo D’Autore” parte da questo punto, presentando “Unico Atto” ed “Equilibrio Instabile”, due pièce in cui la prima usa un linguaggio più contaminato, partendo dalla danza sino ad arrivare alla recitazione, nella seconda la danza né fa sempre da padrona, ma la carica di espressività che viene usata è fondamentale per delineare ciò che si vuole raccontare. “UNICO ATTO” Pensare, agire, creare, sperimentare, osare, porsi di fronte ai propri limiti, alle proprie debolezze o farci scudo delle nostre certezze che in qualsiasi momento possono cadere. Il lavoro di chi usa lo studio nel movimento del corpo come proprio modo di raccontare una storia, è quello di doverlo far combaciare con la mente, facendoli viaggiare sulla stessa linea, cercando di esprimere a pieno le emozioni che si vogliono far arrivare al pubblico. La particolarità di questa tipologia di ricerca è il non avere limiti, sia mentali che fisici; la fortuna di poter usufruire di ogni parte del nostro corpo creando movimenti che possono intrecciarsi con altri o di altri, impiegando anche la dimensionalità che ci avvolge; ci può far capire di quanti contesti si formano davanti ai nostri occhi, complessi di elementi della realtà in cui si trovano una o più persone che fanno nascere dal nulla una rappresentazione che ha il compito di colpire, meraviglare l'osservatore. Ed eccoci qui, in una stanza con uno specchio che ci riflette con tutti i nostri pregi ed i nostri difetti, che ci aiuta a perfezionare o a distruggere le nostre fantasie, le nostre idee, ma che ci propone sempre la parte superficiale di noi; e qui entra in gioco la nostra parte emozionale derivante dal nostro cuore, dalla nosra anima, dalla nostra voglia di esprimere un "qualcosa" che possa diventera "qualcosa d'importante", racchiuso in un UNICO ATTO. “EQUILIBRIO INSTABILE” Rumori, voci, mille parole, è quello che un giorno ho iniziato a sentire e così camminando lungo la mia “strada” ho iniziato a percepire facce, immagini e di conseguenza ne sono seguiti incontri casuali....o forse no. Ho iniziato ad avvicinarmi a una persona piuttosto che ad un'altra , per caso o forse per necessità; quella necessità inconscia di raggiungere il mio EQUILIBRIO e così mi sono reso conto che ogni persona che entrava ed usciva dal mio cammino portava con sé il suo passato, la sua storia che andava ad intersecarsi con la mia ed era capace di rassicurarmi, sconvolgermi ed alcune volte di rendermi INSTABILE. Adesso tutto mi sfreccia accanto, mi passa attraverso, mi scuote la vita ; sogni, desideri, realtà passioni e sentimenti. Tutto quello che c’è stato, c’è ancora, ma in un modo diverso, tutto stava assumendo colori diversi, forme nuove. Tutto sembra, o forse, è diverso. Ho trovato il mio equilibrio utopico, la mia instabile realtà o forse solamente un rassicurante disequilibrio. L’idea prende spunto dalla vita reale, dagli incontri che si possono creare tra le persone nel quotidiano, dalle interazioni che nascono tra di esse e dagli equilibri e disequilibri che inevitabilmente si creano. Come la vita, anche la coreografia ti propone varie strade da percorrere ed è da questo concetto che i coreografi hanno sviluppato la loro regia.
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