LA BOTTEGA DEL CAFFÈ - (24/11/21)


CANALE:
In streaming dal Teatro Tordinona 21 Novembre 2021 

LA BOTTEGA DEL CAFFÈ

Teatro da Viaggio

di Carlo Goldoni

Regia Massimiliano Milesi

con

Antonella Antonelli

Maria Grazia Bordone

Claudio Carnevali

Christian Cavallini

Sergio Conti

Katia De Persio

Manuel Kilani

Marco Laudani

Natasha Milesi

Laura Nardi

Giovanni Prattichizzo


Adattamento  Antonella Antonelli

 Il caffè gestito da Ridolfo funge da osservatorio per il maldicente don Marzio. Sua vittima prediletta è Eugenio, giovane mercante che ha perso enormi somme nella bisca di Pandolfo giocando col falso conte Leandro, in realtà un truffatore di nome Flaminio.

Non risparmia nemmeno Vittoria, moglie di Eugenio, alla quale racconta la frottola di una relazione di suo marito con la ballerina Lisaura, corteggiata invece da Flaminio.
Quando poi Placida, moglie di Flaminio, giunge da Torino alla ricerca del marito, don Marzio la fa passare per una nota avventuriera… Finché i nodi vengono tutti al pettine. E don Marzio finirà con l’essere isolato da tutti, escluso da una società dai tanti lati oscuri.

«Il luogo della scena, che non cambia mai, merita qualche attenzione: è una piazzetta nella città di Venezia. Di fronte vi sono tre botteghe: quella in mezzo è un caffè, quella a destra è occupata da un parrucchiere e l’altra a sinistra da un biscazziere. Da una parte, vi è fra due calli, una casetta, abitata da una ballerina, dall’altra una locanda». È lo stesso autore a descriverci nei “Memoires” la scena con perfetta unità di luogo, in cui si svolge “La bottega del caffè”: una commedia corale incentrata su un microcosmo che tratteggia uno sfaccettato affresco sociale e umano su cui il maldicente don Marzio imbastisce i suoi ricami. Goldoni, sempre nei “Memoires”, definisce don Marzio “un chiacchierone maldicente, molto originale e comico, uno di quei flagelli dell’umanità che preoccupa tutti quanti, e infastidisce i frequentatori abituali del caffè”.
Con sottigliezza e fantasia, don Marzio carpisce le confidenze e i segreti dei vari personaggi, capta
notizie e le distorce a suo piacimento. Don Marzio inventa e calunnia, ma finisce con lo scoprire verità nascoste. In particolare, verso il finale è lui a rivelare al capo dei birri il luogo in cui il biscazziere Pandolfo poco prima gli ha confessato di nascondere le carte truccate, così da causarne l’arresto, salvando
dalla rovina il mercante Eugenio, imperterrito giocatore. Nelle ultime scene don Marzio è solo, al
centro del campiello, e i vari personaggi compaiono alternandosi dalle finestre e dalle porte degli edifici che si affacciano sulla piazzetta, protestando uno dopo l’altro per gli equivoci e le false dicerie, ma in realtà facendo di lui il capro espiatorio delle loro colpe e omissioni. Moderna e complessa, ricca di ironie e acutezze, la commedia unisce una sapiente scrittura drammaturgica corale all’italiano settecentesco parlato, superando la stessa caratterizzante unità d’ambiente, quella di un campiello veneziano, dalla mattina al tramonto, in uno spaccato di vita quotidiana, che mette insieme lo spazio aperto di un caffè e quello chiuso di una casa da gioco clandestina.

In streaming dal Teatro Tordinona 21 Novembre 2021 

LA BOTTEGA DEL CAFFÈ

Teatro da Viaggio

di Carlo Goldoni

Regia Massimiliano Milesi

con

Antonella Antonelli

Maria Grazia Bordone

Claudio Carnevali

Christian Cavallini

Sergio Conti

Katia De Persio

Manuel Kilani

Marco Laudani

Natasha Milesi

Laura Nardi

Giovanni Prattichizzo


Adattamento  Antonella Antonelli

 Il caffè gestito da Ridolfo funge da osservatorio per il maldicente don Marzio. Sua vittima prediletta è Eugenio, giovane mercante che ha perso enormi somme nella bisca di Pandolfo giocando col falso conte Leandro, in realtà un truffatore di nome Flaminio.

Non risparmia nemmeno Vittoria, moglie di Eugenio, alla quale racconta la frottola di una relazione di suo marito con la ballerina Lisaura, corteggiata invece da Flaminio.
Quando poi Placida, moglie di Flaminio, giunge da Torino alla ricerca del marito, don Marzio la fa passare per una nota avventuriera… Finché i nodi vengono tutti al pettine. E don Marzio finirà con l’essere isolato da tutti, escluso da una società dai tanti lati oscuri.

«Il luogo della scena, che non cambia mai, merita qualche attenzione: è una piazzetta nella città di Venezia. Di fronte vi sono tre botteghe: quella in mezzo è un caffè, quella a destra è occupata da un parrucchiere e l’altra a sinistra da un biscazziere. Da una parte, vi è fra due calli, una casetta, abitata da una ballerina, dall’altra una locanda». È lo stesso autore a descriverci nei “Memoires” la scena con perfetta unità di luogo, in cui si svolge “La bottega del caffè”: una commedia corale incentrata su un microcosmo che tratteggia uno sfaccettato affresco sociale e umano su cui il maldicente don Marzio imbastisce i suoi ricami. Goldoni, sempre nei “Memoires”, definisce don Marzio “un chiacchierone maldicente, molto originale e comico, uno di quei flagelli dell’umanità che preoccupa tutti quanti, e infastidisce i frequentatori abituali del caffè”.
Con sottigliezza e fantasia, don Marzio carpisce le confidenze e i segreti dei vari personaggi, capta
notizie e le distorce a suo piacimento. Don Marzio inventa e calunnia, ma finisce con lo scoprire verità nascoste. In particolare, verso il finale è lui a rivelare al capo dei birri il luogo in cui il biscazziere Pandolfo poco prima gli ha confessato di nascondere le carte truccate, così da causarne l’arresto, salvando
dalla rovina il mercante Eugenio, imperterrito giocatore. Nelle ultime scene don Marzio è solo, al
centro del campiello, e i vari personaggi compaiono alternandosi dalle finestre e dalle porte degli edifici che si affacciano sulla piazzetta, protestando uno dopo l’altro per gli equivoci e le false dicerie, ma in realtà facendo di lui il capro espiatorio delle loro colpe e omissioni. Moderna e complessa, ricca di ironie e acutezze, la commedia unisce una sapiente scrittura drammaturgica corale all’italiano settecentesco parlato, superando la stessa caratterizzante unità d’ambiente, quella di un campiello veneziano, dalla mattina al tramonto, in uno spaccato di vita quotidiana, che mette insieme lo spazio aperto di un caffè e quello chiuso di una casa da gioco clandestina.

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