Nel bosco - (08/02/13)


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Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro dell’Orologio dal 31-01-2013 al 03-02-2013 “NEL BOSCO” di Lucia Franchi e Luca Ricci, regia Luca Ricci, collaborazione alla scrittura scenica e azione Roberto Gudese e Alessia Pellegrino, scena Katia Titolo, luci Gianni Staropoli ambiente sonoro Fabrizio Spera, voce fuori campo Roberto Herlitzka, effetti video Andrea Giansanti, effetti sonori Antonello Lanteri, tecnico Nicola Mancini, organizzazione Laura Caruso, regia Luca Ricci. Lui scappa nel bosco inseguito da una minaccia concreta e mortale, lei vi entra in cerca di una propria indipendenza. Per entrambi il bosco è un invorticarsi nell’oscuro, è andare dietro il paesaggio, sotto il paesaggio, è nascondersi. Per guardare la vita all’altezza dei fili d’erba. Nella fiaba classica, entrare nella dimensione selvatica e misteriosa del bosco è fare un’esperienza della morte, per poi tornare alla vita. È l’attraversamento di una soglia, di solito segna un rito di passaggio. I protagonisti sono un ragazzo e una ragazza, giovanissimi. Nel bosco si incontrano, si avvicinano l’uno all’altro, oltrepassano la linea d’ombra che separa l’adolescenza dall’età adulta. Le parole che hanno ispirato questo spettacolo sono tratte da “Il Galateo in bosco” (1978), poema di Andrea Zanzotto, uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Di quest’opera Eugenio Montale scrisse: “È tanta la sfiducia di Zanzotto nella parola che la sua poesia si risolve in un tuffo in quella pre-espressione che precede il discorso articolato. È un poema percussivo, questo, ma non rumoroso: il suo metronomo è forse il batticuore”.
Web site: www.capotrave.it


Recensione dello spettacolo su TeatroeCritica

Teatro dell’Orologio dal 31-01-2013 al 03-02-2013 “NEL BOSCO” di Lucia Franchi e Luca Ricci, regia Luca Ricci, collaborazione alla scrittura scenica e azione Roberto Gudese e Alessia Pellegrino, scena Katia Titolo, luci Gianni Staropoli ambiente sonoro Fabrizio Spera, voce fuori campo Roberto Herlitzka, effetti video Andrea Giansanti, effetti sonori Antonello Lanteri, tecnico Nicola Mancini, organizzazione Laura Caruso, regia Luca Ricci. Lui scappa nel bosco inseguito da una minaccia concreta e mortale, lei vi entra in cerca di una propria indipendenza. Per entrambi il bosco è un invorticarsi nell’oscuro, è andare dietro il paesaggio, sotto il paesaggio, è nascondersi. Per guardare la vita all’altezza dei fili d’erba. Nella fiaba classica, entrare nella dimensione selvatica e misteriosa del bosco è fare un’esperienza della morte, per poi tornare alla vita. È l’attraversamento di una soglia, di solito segna un rito di passaggio. I protagonisti sono un ragazzo e una ragazza, giovanissimi. Nel bosco si incontrano, si avvicinano l’uno all’altro, oltrepassano la linea d’ombra che separa l’adolescenza dall’età adulta. Le parole che hanno ispirato questo spettacolo sono tratte da “Il Galateo in bosco” (1978), poema di Andrea Zanzotto, uno dei più grandi scrittori italiani del Novecento. Di quest’opera Eugenio Montale scrisse: “È tanta la sfiducia di Zanzotto nella parola che la sua poesia si risolve in un tuffo in quella pre-espressione che precede il discorso articolato. È un poema percussivo, questo, ma non rumoroso: il suo metronomo è forse il batticuore”.
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