...E cadde addormentata - (14/03/13)


CANALE:


Centrale Preneste 10 Marzo 2013 “...E CADDE ADDORMENTATA” tratto dalla fiaba La bella addormentata nel bosco. drammaturgia e regia Giovanna Facciolo, scene Massimiliano Pinto, costumi Giovanna Napolitano, luci Paco Summonte, audio Alessandro Messina, con: Adele Amato de Serpis, Valeria Luchetti, Melania Balsamo. Un re e una regina, un padre e una madre, vogliono che la loro tanto sospirata e unica figlia appena nata, riceva i doni più belli che la vita possa offrire. Dodici sono le fate invitate ai festeggiamenti, ognuna in grado di regalare doti, qualità e fortuna, tutto il meglio che si possa destinare e desiderare. Ma la perfezione non esiste nemmeno nelle favole ed ecco che ciò che non è desiderato è in agguato: l’ombra non si può lasciare fuori dalla porta e anche se non la si invita, si presenta lo stesso, proprio come la tredicesima fata, portatrice di male e di oscurità.Terribile è la vendetta della vecchia fata dimenticata, che col suo malèfico dono riporta il dolore al centro della tavola imbandita. Ma c’è un rimedio, che la dodicesima fata, tenutasi opportunamente in disparte, può offrire come ultimo prezioso dono in grado di trasformare il crudele destino. Un sonno protettore, lungo cent’anni, che allontana la morte e il dolore. Una sospensione infinita che protegge dal male…. ma allontana la vita. Forse anche nella realtà c’è il desiderio di evitare ai nostri figli la parte più spiacevole della vita, dalle piccole frustrazioni ai grandi dolori, eliminando possibilmente tutto ciò che rappresenta un rischio, un’incognita, un pericolo, una possibile sofferenza o una rinuncia. E come nella favola a volte si vorrebbe creare un nido incantato che tenga fuori il male, che sospenda il dolore. Ma per crescere è necessario saper accettare e affrontare anche le ombre, le piccole e grandi ferite che ogni esistenza porta con sé e che non possiamo allontanare se non rinunciando allo scorrere della vita stessa, come avviene col sonno incantato della Bella Addormentata. Questo è quello che la fiaba a noi ha raccontato e questo è quello che vogliamo raccontare, attraverso tre fate, un po’ ansiose e divertenti, guardiane del lungo sonno e voce del sentire più spontaneo e naturale di madri e di padri. Ma alla fine, allo scadere degli anni, la principessa si risveglierà: le fitte trame di quel nido incantato si disferanno docilmente al passaggio di un cavaliere, che porterà con sé l’amore e la vita con le sue ombre e le sue luci.


Centrale Preneste 10 Marzo 2013 “...E CADDE ADDORMENTATA” tratto dalla fiaba La bella addormentata nel bosco. drammaturgia e regia Giovanna Facciolo, scene Massimiliano Pinto, costumi Giovanna Napolitano, luci Paco Summonte, audio Alessandro Messina, con: Adele Amato de Serpis, Valeria Luchetti, Melania Balsamo. Un re e una regina, un padre e una madre, vogliono che la loro tanto sospirata e unica figlia appena nata, riceva i doni più belli che la vita possa offrire. Dodici sono le fate invitate ai festeggiamenti, ognuna in grado di regalare doti, qualità e fortuna, tutto il meglio che si possa destinare e desiderare. Ma la perfezione non esiste nemmeno nelle favole ed ecco che ciò che non è desiderato è in agguato: l’ombra non si può lasciare fuori dalla porta e anche se non la si invita, si presenta lo stesso, proprio come la tredicesima fata, portatrice di male e di oscurità.Terribile è la vendetta della vecchia fata dimenticata, che col suo malèfico dono riporta il dolore al centro della tavola imbandita. Ma c’è un rimedio, che la dodicesima fata, tenutasi opportunamente in disparte, può offrire come ultimo prezioso dono in grado di trasformare il crudele destino. Un sonno protettore, lungo cent’anni, che allontana la morte e il dolore. Una sospensione infinita che protegge dal male…. ma allontana la vita. Forse anche nella realtà c’è il desiderio di evitare ai nostri figli la parte più spiacevole della vita, dalle piccole frustrazioni ai grandi dolori, eliminando possibilmente tutto ciò che rappresenta un rischio, un’incognita, un pericolo, una possibile sofferenza o una rinuncia. E come nella favola a volte si vorrebbe creare un nido incantato che tenga fuori il male, che sospenda il dolore. Ma per crescere è necessario saper accettare e affrontare anche le ombre, le piccole e grandi ferite che ogni esistenza porta con sé e che non possiamo allontanare se non rinunciando allo scorrere della vita stessa, come avviene col sonno incantato della Bella Addormentata. Questo è quello che la fiaba a noi ha raccontato e questo è quello che vogliamo raccontare, attraverso tre fate, un po’ ansiose e divertenti, guardiane del lungo sonno e voce del sentire più spontaneo e naturale di madri e di padri. Ma alla fine, allo scadere degli anni, la principessa si risveglierà: le fitte trame di quel nido incantato si disferanno docilmente al passaggio di un cavaliere, che porterà con sé l’amore e la vita con le sue ombre e le sue luci.
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