Tutto è bene quello che finisce - (18/06/14)


CANALE:
Incontro



Sala 14, Castrovillari 31 Maggio 2014 TUTTO È BENE QUEL CHE FINISCE
(tre capitoli per una buona morte)
Capitolo uno – L’anarchico non è fotogenico
QUOTIDIANA. COM
di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni
con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna
In collaborazione con Armunia/Festival Inequilibrio La Corte Ospitale-progetto residenziale
Due cow-boy, due improbabili danzatori, o forse solo due esseri in bilico ai limiti del paradosso che pronunciano il loro bà-sta ! Un’esclamazione forte che traccia il confine dell’opportunità o della sopportazione e genera una cesura fra presente e futuro.
Due figure che attraversano ciò che necessita di essere ripensato, dal rapporto con la morte a quello con la bellezza, dal senso del teatro alla sua relazione con lo spettatore. Dove si colloca oggi il teatro contemporaneo, in quale organo del corpo sociale? Nella mente o nello stomaco, in attesa di essere digerito? O tenta acrobaticamente una sintesi che appaghi l’una e l’altra istanza?
Un testo che passo dopo passo si oppone all’opinione comune e alle mistificazioni del buon senso.Uno spettacolo che sfiora il surreale per far risaltare il reale, che tenta di distruggere le vecchie strutture e di realizzare nuove combinazioni, sollecitando un intelletto disobbediente e operativo,
Incontro



Sala 14, Castrovillari 31 Maggio 2014 TUTTO È BENE QUEL CHE FINISCE
(tre capitoli per una buona morte)
Capitolo uno – L’anarchico non è fotogenico
QUOTIDIANA. COM
di e con Roberto Scappin e Paola Vannoni
con il sostegno di Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna
In collaborazione con Armunia/Festival Inequilibrio La Corte Ospitale-progetto residenziale
Due cow-boy, due improbabili danzatori, o forse solo due esseri in bilico ai limiti del paradosso che pronunciano il loro bà-sta ! Un’esclamazione forte che traccia il confine dell’opportunità o della sopportazione e genera una cesura fra presente e futuro.
Due figure che attraversano ciò che necessita di essere ripensato, dal rapporto con la morte a quello con la bellezza, dal senso del teatro alla sua relazione con lo spettatore. Dove si colloca oggi il teatro contemporaneo, in quale organo del corpo sociale? Nella mente o nello stomaco, in attesa di essere digerito? O tenta acrobaticamente una sintesi che appaghi l’una e l’altra istanza?
Un testo che passo dopo passo si oppone all’opinione comune e alle mistificazioni del buon senso.Uno spettacolo che sfiora il surreale per far risaltare il reale, che tenta di distruggere le vecchie strutture e di realizzare nuove combinazioni, sollecitando un intelletto disobbediente e operativo,
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