Fortuny - (22/04/14)


CANALE:

Moreno Callegari, Marco Menegoni coreografia Anna Bragagnolo, Simone Derai, Moreno Callegari, Pierantonio Bragagnolo ideazione scene e costumi Simone Derai, Moreno Callegari, Marco Menegoni progettazione e realizzazione scene e costumi Simone Derai, Serena Bussolaro, Mauro Parolini, Silvia Bragagnolo, Sabrina Pozzobon materiale fotografico archivio fotografico Fortuny, Gallerie dell'Accademia Venezia, Ernst Friedrich video Simone Derai, Marco Menegoni musiche Marco Menegoni, Paola Dallan arrangiamento e canti Paola Dallan, Emanuela Guizzon arrangiamento per organo Anna Furlan regia Simone Derai produzione Anagoor coproduzione Città di Venezia / Teatro Fondamenta Nuove, Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto in collaborazione con Museo Fortuny e Fondazione Musei Civici Veneziani, Contemporanea Festival/Teatro Metastasio Stabile della Toscana con il Patrocinio di Regione del Veneto si ringrazia Fortuny spa, Pallucco srl con il supporto di Apap Network Cultur Program of European Union. FORTUNY non è un progetto teatrale attorno alla figura di Mariano Fortuny, ma di lui assume lo sguardo complesso sulla preziosa delicatezza di Venezia con l'intento di catturare il cuore del suo fervente lavoro sulla catalogazione della memoria e sulla trasmissione delle forme e osservarlo come metafora di un intervento attivo in difesa di qualcosa di altrettanto prezioso che avvertiamo minacciato. La scena del conflitto è il ventre di una nave, l'interno di un palazzo, un museo, un'arca. L'adolescente che si scherma, come una crisalide, ma che, ribollente sotto il cappuccio, è pronto anche ad armarsi, è al centro di questa scena. L'azione è un tentativo corsaro di trafugare un tesoro di simboli ed immagini, violarli, strappandoli all'uso strumentale e non critico che si fa della storia e della tradizione, confidando nel potere sovversivo di questo stesso patrimonio. Un patrimonio di forme luminose, oggi troppo spesso dimenticate, con radici che affondano nel sangue e nella disperazione di vite e destini passati. Ciò che si scatena è una contesa per le forme e il senso della memoria, per il riuso e la lettura del passato. Una contesa che - nella sua problematizzazione - eccede i confini della scena per mettere a nudo, più in generale, le dinamiche sottese e interessate della memoria culturale all'interno dell'agone politico per il potere: elaborazione faziosa e mai innocente, anche quando appare distrattamente ignorante, che opera per fondare nuove pretese di leggitimazione in quanto l'appropiazione degli spazi culturali e dell'immaginario è una mossa indispensabile per gestire l'orizzonte del consenso. La drammaturgia per immagini sceglie la forma dell'enigma perchè, per paradosso, il pensiero sia più chiaro a chi vorrà ascoltare e vedere. Questi giovani pirati entrano nel labirinto a passo di danza, con movenze che inseguono le trame sinuose del dedalo. Danza, labirinto, enigma, tessuto, destino, fortuna, dolore e memoria sono da sempre connessi in un unico indissolubile intreccio. Fusi ed indistinguibili come i colori dell'iride. Una performance rituale danzata del lutto come uno strumento di opposizione, unico mezzo per esercitare una rivendicazione.

Moreno Callegari, Marco Menegoni coreografia Anna Bragagnolo, Simone Derai, Moreno Callegari, Pierantonio Bragagnolo ideazione scene e costumi Simone Derai, Moreno Callegari, Marco Menegoni progettazione e realizzazione scene e costumi Simone Derai, Serena Bussolaro, Mauro Parolini, Silvia Bragagnolo, Sabrina Pozzobon materiale fotografico archivio fotografico Fortuny, Gallerie dell'Accademia Venezia, Ernst Friedrich video Simone Derai, Marco Menegoni musiche Marco Menegoni, Paola Dallan arrangiamento e canti Paola Dallan, Emanuela Guizzon arrangiamento per organo Anna Furlan regia Simone Derai produzione Anagoor coproduzione Città di Venezia / Teatro Fondamenta Nuove, Centrale Fies, Operaestate Festival Veneto in collaborazione con Museo Fortuny e Fondazione Musei Civici Veneziani, Contemporanea Festival/Teatro Metastasio Stabile della Toscana con il Patrocinio di Regione del Veneto si ringrazia Fortuny spa, Pallucco srl con il supporto di Apap Network Cultur Program of European Union. FORTUNY non è un progetto teatrale attorno alla figura di Mariano Fortuny, ma di lui assume lo sguardo complesso sulla preziosa delicatezza di Venezia con l'intento di catturare il cuore del suo fervente lavoro sulla catalogazione della memoria e sulla trasmissione delle forme e osservarlo come metafora di un intervento attivo in difesa di qualcosa di altrettanto prezioso che avvertiamo minacciato. La scena del conflitto è il ventre di una nave, l'interno di un palazzo, un museo, un'arca. L'adolescente che si scherma, come una crisalide, ma che, ribollente sotto il cappuccio, è pronto anche ad armarsi, è al centro di questa scena. L'azione è un tentativo corsaro di trafugare un tesoro di simboli ed immagini, violarli, strappandoli all'uso strumentale e non critico che si fa della storia e della tradizione, confidando nel potere sovversivo di questo stesso patrimonio. Un patrimonio di forme luminose, oggi troppo spesso dimenticate, con radici che affondano nel sangue e nella disperazione di vite e destini passati. Ciò che si scatena è una contesa per le forme e il senso della memoria, per il riuso e la lettura del passato. Una contesa che - nella sua problematizzazione - eccede i confini della scena per mettere a nudo, più in generale, le dinamiche sottese e interessate della memoria culturale all'interno dell'agone politico per il potere: elaborazione faziosa e mai innocente, anche quando appare distrattamente ignorante, che opera per fondare nuove pretese di leggitimazione in quanto l'appropiazione degli spazi culturali e dell'immaginario è una mossa indispensabile per gestire l'orizzonte del consenso. La drammaturgia per immagini sceglie la forma dell'enigma perchè, per paradosso, il pensiero sia più chiaro a chi vorrà ascoltare e vedere. Questi giovani pirati entrano nel labirinto a passo di danza, con movenze che inseguono le trame sinuose del dedalo. Danza, labirinto, enigma, tessuto, destino, fortuna, dolore e memoria sono da sempre connessi in un unico indissolubile intreccio. Fusi ed indistinguibili come i colori dell'iride. Una performance rituale danzata del lutto come uno strumento di opposizione, unico mezzo per esercitare una rivendicazione.
Condividi video :

Posta un commento

 
Support : MarXoB
Copyright © 2011. e-performance.tv - All Rights Reserved
Template Created by MarXoB | Published by e-performance.tv
powered by Blogger